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Chi segue con interesse il mondo mobile ed in particolare il segmento degli smartphone potrebbe aver notato durante gli ultimi 12 mesi un rallentamento dell’innovazione tecnologica. Non solo i produttori leader di mercato, ma in generale nessuno all’interno di questo enorme comparto sta più presentando soluzioni tecnologicamente innovative che abbiano una reale utilità  o si differenzino dai propri competitor in modo netto. Dopo un periodo di rapidi sviluppi, il gap fra marche e prodotti si è via via assottigliato.

Siamo arrivati forse al massimo sviluppo dei dispositivi mobile come siamo abituati a conoscerli?

Ci possiamo scordare la prossima uscita di terminali rivoluzionari in grado di far scaturire la spinta all’acquisto, sostituendo il prodotto che abbiamo in mano con uno nuovo ogni anno? Anche se i nuovi smartphone vengono lanciati con grande enfasi (Apple insegna), sponsorizzazioni milionarie, campagne di marketing da capogiro, cosa si può volere ancora “di più” rispetto ad un dispositivo top di gamma attualmente sul mercato (es: LG G4, Samsung Galaxy S6, Huawei P8)?

Può essere davvero così utile uno schermo con risoluzione 11K?

Serve più velocità  rispetto ad una rete 4G? Un processore oltre l’Octa Core, magari abbinato a 8 GB di Ram, quali vantaggi ci darebbe?

Il mondo smartphone può ormai contare su di una innovazione esclusivamente di tipo incrementale dove, fra un modello e il suo successore, si possono riscontrare minime differenze generali e potenzialmente nessuna realmente rivoluzionaria che spinga alla sostituzione del dispositivo con un ciclo di vita minore di 24 mesi.

E’ un po’ quello che è successo al mercato delle TV. Grandissimi passi avanti nel giro di pochi anni, ora l’innovazione è minima, la differenza fra modelli della medesima fascia è rilevabile solo dagli esperti mentre nessun impatto sul consumatore medio (es: schermi curvi, risoluzione 4K, 3D con o senza occhiali, ecc).

Tornando al mondo mobile, quale potrà  essere l’evoluzione per il prossimo futuro? C’è una “Next Big Thing” dietro l’angolo?

Una delle ipotesi più gettonate è che lo smartphone possa diventare l’HUB per accedere alle tecnologie emergenti che ci circonderanno quali: smartwatch, weareble, home appliance, auto intelligenti, in generale l’Internet of Things. I player stanno già  investendo da tempo risorse e denari e vi stanno puntando in modo convinto, basti vedere lo spazio dedicato da Apple al lancio dell’Apple watch rispetto all’iPhone 6 durante il Keynote del 2014.

Se, dal punto di vista “sociale”, lo smartphone è già  al centro della nostra vita potrebbe diventarlo ancora di più connettendosi a tutto un ecosistema di dispositivi attorno a noi, a casa, per strada e anche al lavoro.

Avremo in tasca un dispositivo unico per la vita privata e lavorativa, in grado di interfacciarsi con periferiche esterne quali tastiera, monitor, stampante, sostituendo il Personal Computer per la maggior parte delle necessità .

Dovremo attendere molto?

Probabilmente no. Secondo Gartner:

“By 2018, More Than 50 Percent of Users Will Use a Tablet or Smartphone First for All Online Activities”. 

Grandi opportunità  quindi per chi sviluppa software di qualità , elemento sempre più fondamentale per questo ricco mercato dell’imminente futuro.

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Giuliano Prati
IT Mobile Manager

Innovazione e Project Management sono gli elementi chiave del profilo di Giuliano, esperto in Intesys nella consulenza e nello sviluppo di soluzioni mobile in progetti di Digital Transformation.

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