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La rete è, indiscutibilmente, il luogo di discussione ed interazione di oggi e di domani. Questa considerazione, tuttavia, dà luogo ad un problema essenziale: tutti vogliamo avere il nostro spazio in rete per parlare e farci notare, soprattutto se abbiamo tra le mani un business ricco di potenzialità ma ancora poco conosciuto. L’obiettivo principale non deve essere, dunque, quello di esserci, in rete, quanto di farsi trovare.

Anche se i non addetti ai lavori ne sono completamente all’oscuro, gran parte del successo di un business online (e della sua capacità di essere individuato) è dovuto all’indicizzazione sui motori di ricerca. Si tratta di una pratica basilare, che non può mancare ad una attività che ha intenzione di essere individuata dai propri clienti facilmente attraverso la ricerca in rete.

Bisogna tuttavia fare una distinzione chiara: oggi, in rete, non è più sufficiente essersi posizionati. Ciò che conta è averlo fatto nella maniera migliore possibile. Perché meglio l’attività è posizionata, maggiore è la possibilità di incrociare gli interessi di nuovi clienti e, di conseguenza, creare nuove opportunità di valore. Ma come si arriva al risultato migliore?

L’indicizzazione e il posizionamento dei siti web dipendono strettamente dai Crawl o Spider di Google, software che automaticamente analizzano i contenuti in rete, valutandone diversi aspetti. L’obiettivo per una indicizzazione perfetta consiste nel rendere la vita di questi spider più facile possibile, cercando di capire le informazioni da mostrare su ogni sito in modo da avere il massimo controllo su ciò che gli utenti, navigando in rete, sono in grado di trovare a riguardo della nostra attività.

Ci sono alcuni fattori che permettono l’ottenimento di questo risultato:

Fattori di Indicizzazione e Posizionamento

I contenuti sul web sono indicizzati e posizionati seguendo dei requisiti che ogni tanto Google ci permette di scoprire, ma che cambiano spesso orientandosi sempre di più all’esperienza utente. Alcuni di questi fattori sono più incisivi di altri:

  • Rilevanza
  • Completezza
  • Autorevolezza
  • Rank Brain (comprensione delle query. Es. ricerche articolate con ricerca vocale)

Crawl Budget e Crawl Rate

Ok, stiamo per dare un sito in mano agli spider di Google. Siamo sicuri che vedranno tutto quello che vogliamo? E soprattutto, sappiamo per certo quello che andranno a vedere?

I crawler hanno un tempo limitato per poter visualizzare ogni sito (non siamo gli unici presenti sul web!) e la loro permanenza sui siti dipende da alcuni semplici fattori (popolarità del sito, velocità di caricamento, aggiornamento contenuti ecc ecc). Questo è il Crawl budget, forse il concetto più importante sugli spider (ma assolutamente non l’unico). Si tratta di un parametro molto rilevante, in quanto dal suo punteggio verte l’intero posizionamento finale che la nostra attività prenderà sul motore di ricerca.

Oltre ad avere un tempo limitato per guardare ciascun contenuto, gli spider hanno anche una determinata frequenza con la quale effettuare richieste al sito in uno specifico lasso di tempo. Questo si chiama Crawl Rate. È un valore molto importante su cui lavorare, perché un sito che non risponde nei tempi giusti agli spider verrà indicizzato male o non verrà indicizzato affatto.

Ristrutturare un sito per migliorarne il posizionamento

Ricapitolando: il tempo per mostrare il proprio sito ai motori di ricerca è poco e non c’è la certezza di quali pagine verranno analizzate. Come fare, dunque per ottimizzare i siti web con un’ottica di indicizzazione? Ecco alcuni consigli:

  • Migliorare il Crawl Rate: un modo per aumentare la frequenza con la quale il crawler torna sul sito è rendere veloce la sua permanenza su di esso, aumentando la velocità di caricamento dei contenuti e segnalando le pagine più importanti con una sitemap. In questo modo lo spider è in grado di orientarsi meglio sui contenuti rilevanti e, in presenza di un sito veloce, potrà analizzarne in numero maggiore.
  • Architettura informativa: spesso, i contenuti che Google apprezza non coincidono con quelli graditi dagli utenti. Bisogna identificare le pagine più importanti sia per le persone che per Google (pagine con maggiore autorità), cercare di diminuire il numero di URL del sito ed eliminare i link non cliccati (utilizzando Google Analytics per identificarli).
  • Sitemap XML: La sitemap è un file di testo con un elenco delle pagine e link del sito. Può mostrare le nuove pagine e quelle con una modifica recente per poter facilitare la visita ai nostri amici spider, in modo che non perdano tempo con contenuti vecchi e non aggiornati. Le sitemap possono contenere al massimo 50k URL, per cui conviene crearne più di una per poter gestire al meglio ogni sezione del nostro sito.

Alla fine di questo approfondimento, cosa abbiamo capito su indicizzazione e posizionamento della nostra attività online?

Possiamo scegliere noi la posizione da ricoprire nella pagina dei risultati di Google? No: la scelta spetta ai crawler di Google, che ci monitorano costantemente seguendo algoritmi segreti e sempre in continuo cambiamento. Quello che spetta a noi è andare incontro all’attività dei crawler, capire come verrà letto ogni sito e, di conseguenza, individuare le pagine che stanno “rallentando” l’indicizzazione.

Questa è senz’altro la base da cui partire per una buona indicizzazione, ma questo tema è ovviamente molto più ampio e profondo e sicuramente non sarebbe possibile elencare un unico modus operandi per ogni sito.

È qui che entriamo in gioco noi, che studiamo e monitoriamo continuamente le variazioni con cui i motori di ricerca si interfacciano ai siti web, oltre che i siti stessi, perfezionando ogni variabile delle attività online fino ad ottenere la posizione migliore.

Dietro ogni sito web, c’è una battaglia tra SEO Manager, e nessuno lo sa… 🙂

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