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Tra le varie iniziative a carattere commerciale che Liferay sta intraprendendo, è sicuramente di interesse l’apertura al mondo dei servizi finanziari FSI (Financial Services Industry). Lo fa tramite una pagina FSI dedicata sul proprio sito, da cui è possibile scaricare un White Paper.

In Italia è inoltre presente tra gli sponsor dell’evento italiano di settore, Forum Banca 2015, che si terrà il prossimo 29 settembre a Milano.

I settori a cui il nuovo corso commerciale di Liferay si rivolge sono principalmente:

  • Commercial Banking.
  • Retail Banking.
  • Servizi Commerciali.
  • Assicurazioni.
  • Investment Banking.

Tra gli elementi di maggior interesse riportati nel White Paper, i risultati dello studio “Banking Outlook 2014: An Industry at a Pivot Point” condotto da KPMG, che sottolinea come “Oggi le banche (ma in generale il mondo delle società di servizi finanziari e annessi, n.d.r.) devono uscire dallo stato di sopravvivenza degli ultimi anni e salpare verso nuove modalità di generare reddito, in particolare grazie all’interazione con i propri clienti”.

La chiave di volta di questa strategia sarà utilizzare la tecnologia per migliorare la comprensione dei desideri dei clienti e di come le banche possano soddisfarli.
Come? “Utilizzando maggiormente l’esperienza mobile, bidirezionale e ‘in questo momento’ in modo tale da fornire al cliente quello che vuole e quando lo vuole”.

Gli elementi chiave che il White Paper pone nel definire la strategia sono:

  • Presentare un front-end unificato.
  • Utilizzare l’architettura modulare per avere agilità e sicurezza.
  • Sfruttare i sistemi esistenti.
  • Diventare mobile.
  • Personalizzare l’esperienza online (targeting).
  • Sperimentare la web engagement.

Di particolare interesse anche lo studio citato di Ernst and Young “Global Consumer Banking Survey” del 2012, secondo cui “il 47% degli intervistati nel corso di un sondaggio a livello mondiale sui servizi bancari preferisce utilizzare internet per le transazioni semplici”.

La posizione di Liferay può essere riepilogata così: prima di costruire una nuova applicazione è bene tenere in considerazione la piattaforma tecnologica, perché la decisione influirà non solo sull’impegno richiesto nello sviluppo del software, ma anche sulla capacità di cambiare ed adattarsi mano a mano alle richieste di mercato.

Di una cosa però sono certi: l’ambiente tecnologico continuerà a cambiare, ma nella scelta delle tecnologie strutturali necessarie per rispondere adeguatamente alle esigenze utente va considerata la soluzione che permetta di avere agilità e flessibilità a lungo termine, soddisfando al contempo i bisogni immediati di performance, affidabilità ed integrazione.

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Denis Signoretto
IT Architect & Senior Project Manager

Esperto da oltre 20 anni di soluzioni software open source e sviluppatore certificato Liferay, Denis in Intesys è specializzato di API Design per lo sviluppo di architetture Headless.

3 Commenti

  • Michele Ambrosi ha detto:

    L’argomento è interessante. Non mi è chiaro peró cosa offra Liferay nella pratica. Cosa offre di specifico al mondo finance? Cosa si intende per frontend unificato? Il white paper elenca una serie di cose abbastanza ovvie dal punto di vista teorico, poco applicate nella pratica per la complessità degli ecosistemi finance e per la loro “anzianità”, ma non risponde a mio parere ad una cosa fondamentale: “Perché Liferay è non qualsiasi altra cosa? Cosa mi fa di preciso in più di una qualsiasi applicazione Java Enterprise?” Spesso gli ecosistemi sono talmente complessi che se devo fare integrazioni preferisco cose estremamente leggere e che non mi inseriscono ulteriore complessità nell’architettura.

    • Denis Signoretto ha detto:

      Ciao Michele,
      le tue osservazioni e dubbi sono corretti; mi rendo conto che per poter essere esaustivo sarebbe necessaria una trattazione molto più ampia che una risposta sintetica. Parto dalla domanda finale, analizzandola sul fronte IT: “Perché Liferay e non qualsiasi altra cosa, come ad esempio applicazioni Java Enterprise”? Per chi non conoscesse Liferay parto da una premessa: il mondo finance (ma in generale il mercato dei servizi) ha bisogno di utilizzare le tecnologie per creare proprio il business value. Liferay non offre soluzioni specifiche/verticali per il finance ma si connota come piattaforma abilitante per costruire soluzioni a valore per soddisfare i bisogni di questo mercato. Tornando alla tua domanda, Liferay nasce come Enterprise Portal (sugli Enterprise Portal seguirà un post di approfondimento – stay tuned) e si connota ad essere in primis piattaforma di integrazione con una serie di funzionalità enterprise che consentono di aggregare ed esporre servizi reggendo la complessità e i requisiti del mondo finance/enterprise (time to market, sicurezza, scalabiltià, performance, ecc). Tu centri un punto fondamentale: da un lato gli ecosistemi sono complessi di per sé e non si vorrebbe introdurre un ulteriore elemento di complessità. Dal lato opposto vi è la necessità di una architettura di integrazione e presentazione che uniformi, standardizzi e conformi le modalità di integrazione e garantisca che l’infrastruttura IT soddisfi anche criteri di gestibilità e manutenibilità. Come se non bastasse, nell’affrontare tale scelta progettuale si deve dare garanzie di soddisfare la crescita e l’innovazione dei servizi di domani. In estrema sintesi ti posso quindi dire che proprio per andare incontro alle esigenze che tu esprimi Liferay 7 (uscita prevista entro fine anno) sarà una piattaforma totalmente rinnovata incentrata su microservices e OSGI (ad oggi si possono annoverare un “kernel” + circa 300 funzionalità distinte in moduli OSGI).

      Prima di concludere, per rispondere anche agli altri quesiti, a livello di funzionalità di piattaforma ti posso dire che le innovazioni più evidenti sono state: per il Mobile generazione di SDK API (iOS e Android) sia dei servizi che già offre sia per i servizi custom che si vanno a realizzare (vedilo come soluzione di Backend for Frontend), Componenti Mobile visuali configurabili e riutilizzabili native, Autenticazione dei servizi unificata (con sistemi di directory, SSO o con OAuth), Content Targeting per la composizione dinamica e la creazione (sempre con moduli OSGI) dei criteri che vanno a definire i segmenti utente. Si connota quindi come soluzione orizzontale; un front end unico fortemente basato su Java e moduli standard indipendenti, che può essere usato per esporre i propri servizi siano essi siti web, applicazioni mobile native o SPA (Single Page Applications).

      Sperando di non aver generato troppa entropia, ti saluto e ti ringrazio per lo spunto e l’approfondimento innescatosi!
      Denis.

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